Negli ultimi anni l’industria ha cercato di ridurre il proprio impatto ambientale utilizzando materiali eco-compatibili. Uno dei problemi principali è legato all’utilizzo massiccio della plastica nella nostra vita quotidiana. Per questo l’attenzione si è focalizzata sui compositi ecologici, come le fibre naturali, cercando di renderle più economiche e convenienti. Il parametro che meglio definisce l’impatto ambientale di questi materiali è l’energia associata riferita alle operazioni agricole, di estrazione, di preparazione e di produzione legate alle fibre e ai materiali consumati in queste fasi. Anydesign ha operato una scelta importante per i suoi prodotti naturali utilizzando produzioni e materiali con il minore impatto nell’ambiente. Queste sono la Juta, la Canapa, il Bambù e il Cotone Organico.
La Juta Si ricava da alcune piante della famiglia delle Tiliacee coltivate principalmente in India e in Cina. Per ottenere la fibra si essiccano i fusti delle piante, si macerano e si lavorano come per ottenere il lino. Per il suo aspetto lucente e dorato viene anche chiamata fibra dell’oro: tutto questo la rende la seconda fibra naturale più diffusa al mondo, dopo il cotone. La juta è una fibra 100% ecologica, biodegradabile e riciclabile. Ogni ettaro di juta consuma +/- 15 tonnellate di anidride carbonica e rilascia nell’atmosfera 11 tonnellate di ossigeno. Questa pianta contribuisce attivamente e passivamente al miglioramento ambientale. Una fibra versatile che può essere utilizzata in combinazione con altre fibre o materiali. Tra i vantaggi della juta, si possono citare le sue proprietà antistatiche e isolante, una bassa conducibilità termica, una moderata ritenzione di umidità, il basso coefficiente di estensibilità e l’alta resistenza alla trazione. La juta viene spesso impiegata nella produzione delle borse, dei sacchi rinforzati per i prodotti agricoli, questi stessi imballaggi vengono poi riutilizzati nel settore della decorazione. Negli ultimi anni, si è registrata una forte crescita della produzione di imballaggi di juta in modo da sostituire quelli di plastica.
La Canapa La canapa viene coltivata dall’uomo da migliaia di anni, ma solo negli ultimi anni è stata riscoperta, è uscita dalla nicchia e ha ispirato un vasto pubblico. La pianta di canapa è molto robusta, cresce velocemente ed è resistente ai parassiti. In effetti, contiene poche proteine, ma molte sostanze amare e pertanto è molto resistente a parassiti e insetti. Non è necessario quindi usare dei pesticidi nella sua coltivazione. Sembra inoltre che questa pianta biologica eserciti un’azione benefica sul terreno sul quale viene coltivata. Le fibre denominate “filaccia” sono contenute nella pianta della famiglia erbacea Cannabis sativa che cresce in climi temperati-umidi, soprattutto in Cina, India, Russia ed Europa. La lavorazione della fibra è analoga a quella del lino: negli opifici, la fibra grezza viene sottoposta ad operazioni di cernita e di pettinatura, in cui le fibre lunghe vengono separate dalle fibre più corte e scadenti, che verranno utilizzate per fabbricare corde, sacchi e rivestimenti. La canapa è un materiale riciclabile e difficilmente infiammabile, è una materia prima rinnovabile. La fibra di canapa è molto robusta e resistente, le sue fibre sono un materiale ecosostenibile perché a bassa impronta di carbonio.
Il Bambù Tra le fibre tessili più apprezzate da chi ha a cuore l’ambiente c’è sicuramente il bambù, una fibra dalle proprietà eccezionali. Innanzi tutto è estremamente morbida, con una mano del tutto paragonabile a quella della seta. Poi è resistente: ben più della fibra di cotone, per esempio. I tessuti di fibra di bambù sono inoltre naturalmente anti-microbici e altamente traspiranti: in parole povere, non hanno la tendenza a lasciare accumulare umidità e sudore sulla pelle, con la sgradevole formazione di odori che ne consegue. Anche la coltivazione del bambù è altamente sostenibile dal punto di vista ambientale: la pianta raggiunge la maturità in circa quattro anni e può vivere anche un centinaio di anni. Gli arbusti sono in grado di crescere in pochi centimetri di terra e in condizioni atmosferiche estreme, avendo limitatissimo bisogno di irrigazione. Le proprietà antibatteriche della pianta rendono superfluo l’uso di fertilizzanti e pesticidi; anzi, le coltivazioni migliorano la qualità del terreno in cui sono poste. Pensate inoltre che le piante di bambù consumano quattro volte più C02 degli alberi e producono il 35% di ossigeno in più! Fino a non molto tempo fa preoccupava il fatto che i metodi di lavorazione della fibra richiedessero l’impiego di soda caustica e solfuro di carbonio, sostanze altamente dannose sia per gli operatori tessili che per l’ambiente. Ultimamente sono però stati messi a punto dei metodi di lavorazione ‘gentili’ basati su agenti ed enzimi non tossici e riutilizzabili più volte. Così oggi la fibra di bambù è del tutto conforme all’OekoTex Standard 100.
Il Cotone Organico Il cotone biologico è un cotone coltivato con metodi e prodotti che hanno un basso impatto sull’ambiente. Per la produzione di cotone organico, vengono utilizzati sistemi di produzione biologica per fertilizzare il terreno, eliminato l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, tossici e persistenti nel cotone stesso e nell’ambiente. La produzione di cotone organico viene certificata da organismi terzi che si occupano di verificare che i produttori utilizzino solo metodi e prodotti permessi nella produzione biologica. Oltre al divieto di utilizzo di pesticidi tossici e fertilizzanti sintetici, il cotone organico, per essere denominato tale, non deve provenire da sementi geneticamente modificate (OGM). In Europa, la normativa che regola la produzione di cotone biologico è il regolamento CE n°834/2007 del 28 giugno 2007. Esistono diverse certificazioni a garanzia che il cotone sia biologico, la certificazione più utilizzata per il cotone organico è GOTS.